sabato 25 gennaio 2014

Nello specchio ci si riflette di riflesso.

L’immagine che proiettiamo nello specchio è l’immagine reale di noi.
Anche se a volte il REALE diventa IRREALE.
Dai nostri occhi fino alla nostra mente avviene di rimbalzo una deformazione della nostra immagine, perché nello specchio ci si riflette, in tutti i sensi.
E’ possibile vederci brutti nonostante magari siamo belli, essere magri e vederci grassi, essere forti e vederci deboli, essere bassi e vederci alti, anche tutto il contrario…insomma, vediamo quello che è il riflesso stesso del nostro essere interiore.

…mi sono chiesto.

Come è possibile tutto ciò??? perchè avviene???

Ho idealizzato la presenza di un 3° occhio, lo chiamo “L’occhio dell’IO”, che ci permette di rifiltrare l’immagine reale di noi acquisita dai nostri occhi fisici.
E’ posto come porta d’ingresso della nostra coscienza ed è intercomunicante con la nostra mente.
Un po’ come se le immagini esterne, prima di arrivare nella nostra mente per essere elaborate, passino attraverso 2 stanze, tramite 2 diverse porte.
La prima porta, quella che ci introduce nella stanza d’ingresso, sono i nostri occhi fisici, la seconda porta, “l’occhio dell’ IO”, serve per introdurci nella stanza dell’ “IO” interiore.


Per semplificare questo esempio, eliminiamo la porta e la stanza d’ingresso e immaginiamo di avere un solo vero occhio, quello dell’ IO interiore, con cui riusciamo a percepire quello che ci circonda.


Di conseguenza, il riflesso che vediamo di noi in uno specchio è il riflesso del nostro essere.

Detto ciò penso che, per trasposizione di idee, l’argomento preso in esame possa avere la stessa valenza mettendo a confronto 2 esseri umani, uno di fronte all’altro in un contesto sia dialettico che di immagine, uomo o donna che sia.

Quando ci troviamo di fronte ad una persona, può succedere di avvertire delle emozioni positive e/o negative che ci permettono di stabilire un legame o distacco rispetto ad essa, che viene tramutato, quindi letto, in termini fisici e materiali, perché ci troviamo, anche in questo caso di riflesso, a mettere a confronto noi stessi, partendo dalle nostre “carenze” e/o “ricchezze”.
Cosa voglio dire, che dopo aver elaborato le caratteristiche di questa persona, avvertiamo la fisicità d’immagine in essa per come la vogliamo vedere noi.
Se questa persona ci piace, la vedremo fisicamente bella.
Se ci vediamo belli, tenderemo a vedere più bellezza attorno a noi.
Infatti, chi ha forti carenze tenderà ancor di più a vedere una realtà deformata, in negativo, per se e per gli altri.

.Muscio.

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