L’immagine che proiettiamo
nello specchio è l’immagine reale di noi.
Anche se a volte il REALE
diventa IRREALE.
Dai nostri occhi fino alla
nostra mente avviene di rimbalzo una deformazione della nostra immagine, perché
nello specchio ci si riflette, in tutti i sensi.
E’ possibile vederci brutti
nonostante magari siamo belli, essere magri e vederci grassi, essere forti e
vederci deboli, essere bassi e vederci alti, anche tutto il contrario…insomma,
vediamo quello che è il riflesso stesso del nostro essere interiore.
…mi sono chiesto.
Come è possibile tutto
ciò??? perchè avviene???
Ho idealizzato la presenza
di un 3° occhio, lo chiamo “L’occhio dell’IO”, che ci permette di rifiltrare
l’immagine reale di noi acquisita dai nostri occhi fisici.
E’ posto come porta
d’ingresso della nostra coscienza ed è intercomunicante con la nostra mente.
Un po’ come se le immagini
esterne, prima di arrivare nella nostra mente per essere elaborate, passino
attraverso 2 stanze, tramite 2 diverse porte.
La prima porta, quella che
ci introduce nella stanza d’ingresso, sono i nostri occhi fisici, la seconda
porta, “l’occhio dell’ IO”, serve per introdurci nella stanza dell’ “IO”
interiore.
Per semplificare questo
esempio, eliminiamo la porta e la stanza d’ingresso e immaginiamo di avere un
solo vero occhio, quello dell’ IO interiore, con cui riusciamo a percepire
quello che ci circonda.
Di conseguenza, il riflesso
che vediamo di noi in uno specchio è il riflesso del nostro essere.
Detto ciò penso che, per
trasposizione di idee, l’argomento preso in esame possa avere la stessa valenza
mettendo a confronto 2 esseri umani, uno di fronte all’altro in un contesto sia
dialettico che di immagine, uomo o donna che sia.
Quando ci troviamo di fronte
ad una persona, può succedere di avvertire delle emozioni positive e/o negative
che ci permettono di stabilire un legame o distacco rispetto ad essa, che viene
tramutato, quindi letto, in termini fisici e materiali, perché ci troviamo,
anche in questo caso di riflesso, a mettere a confronto noi stessi, partendo
dalle nostre “carenze” e/o “ricchezze”.
Cosa voglio dire, che dopo
aver elaborato le caratteristiche di questa persona, avvertiamo la fisicità
d’immagine in essa per come la vogliamo vedere noi.
Se questa persona ci piace,
la vedremo fisicamente bella.
Se ci vediamo belli,
tenderemo a vedere più bellezza attorno a noi.
Infatti, chi ha forti
carenze tenderà ancor di più a vedere una realtà deformata, in negativo, per se
e per gli altri.
.Muscio.